Piccoli e nostalgici scrivani fiorentini crescono!


 A chi richiama la discendenza da Giulio Cesare mentre manda strali grotteschi sui gay e sulle differenze di razze vorrei ricordare proprio quanto siano infelici tali affermazioni e come l’accostamento dello scorrere del sangue di Cesare Giulio con l’avversione verso l’omosessualità siano in realtà in questo caso frutto di scarsa conoscenza storica. 

Su Cesare un certo Svetonio  parla apertamente di una macchia sulla sua mascolinità. Storici narrano che il giovane Cesare trascorse molto tempo alla corte del re Nicomede di Bitinia. Il ciò alimentó  una serie di voci su una particolare relazione in cui Cesare era il partito sottomesso. 

Un certo Bibulo, si è rivolse a Cesare chiamandolo addirittura  "la regina della Bitinia" mentre in un'assemblea, un certo Octavius salutò  Pompeo come "re" e Cesare come "regina". Anche il grande Cicerone resistette a infierire un duro colpo, scrivendo che era su un divano bitino che Cesare, il figlio di Venere, aveva perso la verginità.

Una macchia difficile da eliminare che gli ricordò per tutta la sua vita prematuramente conclusa. 

Nei secoli a venire tale storia fu tramandata a tal punto da essere espressamente menzionata da Dante nel canto XXVI del Purgatorio (76-78), allorquando così parla dei sodomiti della settima balza: La gente che non vien con noi, offese / di ciò per che già Cesar, trïunfando, / “Regina” contra sé chiamar s’intese.

Che dire… mi limito a dire che Cesare a mio avviso fece bene a fare ciò che voleva specie riguardo al soddisfacimento dei sui gusti  sessuali… in pratica libero di praticare i divani che voleva. 

Siamo di fronte ad un nuovo fenomeno, quello della coltivazione dell’odio nella sua forma più becera ed arrogante. Un “liberi tutti” che fa uscire dal buio dei nascondigli ovattati tutti quelli che da sempre hanno coltivato la cultura fascista e che mai strappato il manifesto sulla  razza. Usciti allo scoperto con spavalda arroganza ai piccoli scrivani fiorentini a questo punto dedico una frase anch’essa di Cicerone che mai fu più appropriata: Historia vitae magistra! 

E se la storia è maestra di vita, dalla vostra storia non avete tratto che pochezza! 

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